28 marzo 2005

UN PAPA SOFFERENTE

Dopo aver letto le due opinioni sul Papa, quella di Vittorio Messori e quella di Hans Küng, vorrei fare le mie considerazioni sul Papa, quest'uomo che da oltre un quarto di secolo è a capo della Chiesa e che adesso appare agli occhi di tutti, credenti e non, molto, molto sofferente.

Purtroppo io posso ricordare di aver visto il Papa, attraverso la televisione, solo già malato e anziano. Quello che ha fatto nei primi anni di pontificato lo posso sapere solo per fonti indirette. Mi hanno raccontato di un Papa viaggiatore, che ha voluto viaggiare molto per incontrare molte persone, di un Papa colpito da un proiettile in un attentato, di un Papa che quando è stato nominato ha detto: "Se sbaglio, correggetemi". Io, direttamente, me lo ricordo solamente malato e con gravi difficoltà a portare avanti la sua missione. Adesso, addirittura, non riesce a parlare.

Anche io sono rimasto con il fiato sospeso quando tutto il mondo lo osservava da quella finestra del Gemelli, sofferente, a lottare contro la sua malattia.

Penso che Giovanni Paolo II sia, adesso, un esempio per tutti, credenti e non, di grande forza d'animo. Tuttavia mi chiedo se sia ancora il caso di sottoporlo a una sofferenza simile o se non possa passare il resto dei suoi giorni in pace, tranquillo, senza stare sotto i riflettori del mondo intero.

Non voglio fare una critica o una difesa al suo pontificato, anche perchè non sarei capace, e lo lascio fare a Vittorio Messori e Hans Küng. Solo, mi chiedo se un uomo così malato e sofferente debba stare a capo di una Chiesa o se non abbia il diritto di ritirarsi in tranquillità, dopo questo lungo pontificato. Sembra sia lui stesso a voler continuare nonostante le sue condizioni di salute, quindi, a maggior ragione, è un esempio di coraggio e costanza che forse tutti, almeno un po', dovremmo imitare.

Simone Storti

simone@alocin.it