31 agosto 2005

PERA E I METICCI

Riferimenti e considerazioni sull'intervento di Pera al metteing CL

Marcello Pera, al meeting di Comunione e Liberazione (noto movimento religioso) attacca l'Europa e le genti appartenenti ad essa dichiarando al popolo ciellino che è contrario a questa Europa che definisce in piena crisi. Crisi caratterizzata dalle troppe correnti di cultura che si oppongono alla nostra.

"L'immigrazione ci fa diventare meticci", ribadendo la diminuzione della popolazione europea (vero) e l'invasione terribile di stranieri che distruggerà la nostre radici culturali e anche cristiane.

Si, perchè Pera si definisce un cristiano. Certo che la seconda carica dello stato avrebbe potuto usare toni meno aggressivi e più rispettosi verso tutti gli stranieri. Non avendolo fatto, c'è chi come Gad Lerner si "altera" dopo un intervento del genere. Il conduttore dell'Infedele, ebreo, fa una giusta considerazione: "E' assai grave vedere proprio lui, che secondo la norma costituzionale potrebbe essere chiamato in ogni momento a garante supremo dell'unità nazionale, avere questi toni e queste idee".

Concordo. Una cosa più grave è che sia stato chiamato dal movimento dello scomparso Giussani ad aprire il loro meeting, e che ad un grande incontro  politico e religioso (come quello di CL) vengano usati dei toni che richiamano al razzismo. L'Europa, l'Italia e il mondo non possono evitare gli stranieri, sono un'immensa risorsa sia per il turismo che per il lavoro. L'intervento del Presidente del Senato ha suscitato parecchie polemiche anche perchè lui, Pera, è nella squadra di governo che guida l'Italia fino alle elezioni del 2006, quella squadra di governo che come la sinistra ha difeso gli stranieri proprio per il rispetto della loro cultura e religione e l'inevitabilità di escluderli dal nostro Paese poiché risorsa. Si preoccupa che le nostre regole vengano rispettate dagli stranieri, e che loro islamici, arabi ecc. non si sentano liberi e immuni dalle nostre regole. Ogni persona, italiana, europea, e di altra nazionalità deve rispettare il paese in cui è, e rispettare quindi tutte le persone, ma anche tutte le regole che è chiamato a rispettare, ma certo non si può pretendere di impedire ad un italiano di portare un simbolo che rappresenti la nostra cultura, o un simbolo religioso: questo dice Pera, e con questo concordo.

Magari involontariamente, ma Marcello Pera ha creato difficoltà nel rapporto con l'Islam che Sua Santità Benedetto XVI ha continuato a Colonia (alla Giornata Mondiale della Gioventù) dopo la morte del venerato pontefice Giovanni Paolo II.

Luca Costa

lucacosta90@infinito.it