8 giugno 2005

Le strane spiegazioni date ai laboratori che si occupano di recupero dati

I MILLE MODI PIU' FOLLI PER DISTRUGGERE UN PC

Ricerca degli americani di Kroll Ontrack: curiosità.

MILANO - Schiacciato da una trave d'acciaio, caduto nel gabinetto e persino travolto da un aereo in decollo. Scuse di un ragazzino che ha perso il quaderno dei compiti? No, sono alcune delle motivazioni folli ma reali che si sentono raccontare i laboratori che si occupano di recupero dati da computer danneggiati. I clienti danno le spiegazioni più folli, ma poi pretendono di riavere tutti i loro file indietro, anche da computer ridotti davvero male.

E' una sorta di incubo tecnologico: perdere tutto quello che abbiamo accumulato sul computer di casa o dell’ufficio. Alla domanda «come ti comporti quando il tuo Pc non dà più segni di vita?» le reazioni diventano le più sconcertanti. Si scopre così che il 20% di noi manifesta crisi di panico, rimanendo incredulo di fronte al video, mentre il 17% si mette ad urlare frasi sconnesse. Ma la maggior parte, ben il 35%, accetta con rassegnazione il fatto di non accedere più al contenuto del disco rigido. Però c’è anche un 7% di irascibili che colpiscono il notebook con “pacche” e pugni, ed infine un 6% di furbi che lasciano nei pasticci i colleghi.

IL SONDAGGIO KROLL ONTRACK - A rivelare queste insolite reazioni di fronte al Pc che ci lascia in panne è il sondaggio “Sicurezza dati”, presentato a Milano da Kroll Ontrack, azienda del Minnesota specializzata nel recupero file dagli hard disk guasti (www.krollontrack.it). Un’indagine condotta nel 2004 su un panel di oltre 1500 intervistati in Italia, UK, Germania, Francia, Svizzera, Spagna, Portogallo. Ad essere interpellati gli utenti domestici e aziendali.

INCREDIBILE MA VERO. I MODI PIU’ BIZZARRI PER PERDERE DATI
Nel corso del 2004 nei laboratori Kroll Ontrack di Stoccarda sono arrivati migliaia di dischi e supporti digitali ai quali erano capitate le disavventure più incredibili. Sebbene i malfunzionamenti dei computer e gli attacchi da virus restano ancora la causa più comune delle perdite dati, bisogna rilevare come in parecchi casi la colpa sia da attribuire al comportamento umano. Comunque, gli esperti dei laboratori sono riusciti a recuperare i file. Anche se in qualche caso in modo parziale. Ecco qualche caso eclatante:

IMPORTANTE - Sono emersi parallelismi inaspettati tra ambiente business e consumer, con contraddizioni comuni. Tutti concordano nell’attribuire una priorità assoluta alla sicurezza. In azienda ben l’85% degli intervistati la vede come principale preoccupazione, mentre per il 45% di chi usa il Pc tra le mura domestiche è “molto importante”. Leggendo il sondaggio scopriamo che il 94% degli europei considera il back-up la soluzione migliore per evitare di perdere dati, ma il 75% di utenti di desktop Pc non lo effettua e ben l’83% di chi possiede un notebook non lo prende neanche in considerazione. «Non solo gli inesperti, ma anche gli addetti ai lavori – spiega Paolo Salin, responsabile di Kroll Ontrack Italia - considerano i dati non più accessibili come persi, e quindi irrecuperabili. E questo non è vero perché aziende specializzate come la nostra sono in grado di farlo».

COME SI RECUPERANO I DATI - Così a Boblingen, una ventina di chilometri da Stoccarda, Kroll Ontrack (presente in 20 paesi del mondo) ha aperto nel 1992 un centro di ricerca, dove vengono riportati alla luce i dati persi. Un lavoro svolto da 50 tecnici specializzati in grado di operare sul computer a “cuore aperto”. Il recupero inizia con l’arrivo dell’hard disk difettoso ai laboratori. Qui è subito esaminato per rilevare il guasto. Così nel giro di poche ore viene fornito al cliente un elenco dei file salvabili, con il preventivo di spesa. Questa prima fase di analisi costa 90 euro (spedizione compresa). Poi, quando l’utente dà il consenso inizia il lavoro. Gli hard disk possono guastarsi per problemi di software interno, il cosiddetto “firmware”. Che va installato ex-novo per ridare vita alle informazioni. I casi più gravi riguardano la rottura delle testine di lettura o dei dischi di alluminio dove risiedono i singoli bit delle informazioni. «In questo caso l’hard disk viene portato in camera bianca e smontato – spiega ancora Paolo Salin – controllando al microscopio la qualità delle singole tracce». E una volta reintegrate le informazioni di partenza, queste sono memorizzate su nuovi supporti ottici (CdRom, Dvd, memorie Flash) e rispediti al cliente assieme al disco originale.

Umberto Torelli

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