15 giugno 2005
Nel sito www.ourmedia.org si possono consultare testi e filmati
LA RIVOLUZIONE DEGLI ARCHIVI MULTIMEDIALI
Con la diffusione della banda larga aumenta lo scambio di file.
Non c'è solo pirateria e nascono contenitori o progetti di radio e tv
Il web è nato puramente testuale,provocando un felice ritorno della parola scritta, che sembrava in via di estinzione. Succedeva 12 anni fa, quando le tecnologie di connessione erano relativamente semplici (pagine scritte in linguaggio Html senza nemmeno le immagini) e la banda trasmissiva piuttosto stretta: lenti i cavi di connessione (il doppino telefonico) e lentissimi i primi modem.
Tutto ciò sembra ormai alle spalle: la Banda Larga è una
realtà in crescita tumultuosa, almeno nei paesi occidentali più ricchi, e i
computer sono più potenti. Da qui l’aumento davvero esponenziale prima dei
materiali sonori scambiati in rete, sotto forma di file Mp3, e ora l’ultimissima
ondata, quella dei video, che molto preoccupa le case di Hollywood. Ma anche su
questo terreno la Rete rivela andamenti anomali e non previsti. Certamente c’è
la pirateria, ma c’è anche un altro fenomeno, concettualmente più interessante e
del tutto lecito, ovvero la messa in comune di musiche e filmati autoprodotti.
Vengono “regalati” e scambiati per il puro piacere di condividere con altri idee
in forma di immagini. Il tutto favorito da alcuni siti che ripropongono anche
nel visuale quanto già avvenuto nel testuale: grandi archivi di materiali,
liberamente accessibili.
Uno di questi si chiama Ourmedia (http://www.ourmedia.org)
il cui slogan è “La casa globale per i media di base”. Offre gratuitamente la
possibilità di depositare sui loro server foto e filmati. Il suo fondatore, J.D.
Lasica, ha dichiarato al sito di notizie online Cnet: “Abbiamo visto la
possibilità di aiutare la partenza della rivoluzione dei media di base”. (“Di
base” è la nostra traduzione del termine inglese grassroots, che vuol dire
appunto con le radici nella terra. Dunque i media che affiorano dal basso,
civici e “della gente”). In queste nuove iniziative c’è anche qualche gradito
ritorno, come quello di Marc Andressne che nel 1994 appunto, allora ventenne, fu
uno dei creatori delo primo programma avanzato per navigare nel web.
Si chiama Marc Andreessen e il browser era il famoso Mosaic, poi ribattezzato
Netscape. Insieme a un amico di quei tempi, Mike Homer, ha lanciato un’altra
analoga iniziativa, l’Open Media Network (http://www.omn.org),
il cui sottotitolo questa volta è “Il futuro della televisione e della radio
pubblica”. Anche in questo caso i materiali sono tutti leciti, nel senso che i
materiali sono immessi nel network solo con il consenso degli autori e dei
titolari del copyright. Che il fenomeno sia la tendenza emergente del momento lo
confermano i due grandi (e rivali) motori di ricerca, Google e Yahoo!. Entrambi
stanno attivando dei software specifici per cercare in rete i materiali video
opportunamente catalogati: videoclip, video blog, file audio e video. E’ un
segnale in equivoco che il panorama dei media sta per conoscere un altro robusto
sommovimento.
Franco Carlini