4 luglio 2005

La sorella del magistrato: «Lontani dall'aver sconfitto la mafia»

PALERMO, IMBRATTATA LA LAPIDE DI BORSELLINO

Scarabbocchiato il cippo che ricorda le vittime della strage di via Mariano D'Amelio

PALERMO - Un'offesa alla città. La lapide con i nomi delle vittime della strage di via Mariano D'Amelio, il 19 luglio 1992, in cui fu ucciso il magistrato Paolo Borsellino e 5 agenti di scorta, è stata imbrattata con un pennarello. Sul cippo, ai piedi di un ulivo, vi sono scritti i nomi delle vittime: Paolo, Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo e Walter. La sorella del magistrato, Rita Borsellino, dice che «il gesto è più grave della profanazione di una tomba». «Siamo ancora lontani - aggiunge - dall'aver sconfitto la mafia e la mentalità che la supporta. Se la lapide è stata sporcata da un ragazzino la cosa è ancora più grave. In quale contesto si fanno crescere i nostri ragazzi? Con quale educazione? La maturità è lontana».

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