19 novembre 2005

Non solo visoni e volpi, ma anche cani e gatti. La denuncia della Lav con organizzazioni internazionali

CINA, VIDEO-CHOC MOSTRA ANIMALI SCUOIATI VIVI PER LE PELLICCE

Gli animali vengono trattati storditi a bastonate o sbattuti per terra.

Poi, ancora vivi, viene loro strappata la pelle

PECHINO (Cina) - Animali non solo cresciuti con l'unico scopo di fornire pellicce, ma sottoposti a crudeltà e sevizie inaudite: scuoiati vivi, storditi Un momento della scorticatura degli animali (Swiss An. Pr.)a bastonate, soffocati da operai che calpestano le loro teste. Soprattutto in paesi, come la Cina, dove i controlli sul trattamento degli animali non sono molto rigorosi. E' la denuncia che arriva dalla Lav (la Lega Antivivisezione), dalla Swiss Animal Protection e dalla East Internetional che hanno presentato un video-choc realizzato dagli animalisti svizzeri durante un'inchiesta condotta in incognito tra il 2004 e il 2005. Il video è consultabile al sito www.nonlosapevo.com, dove è anche possibile firmare una petizione al governo italiano per chiedere un bando internazionale all'importazione e al commercio di pelli e pellicce provenienti dalla Cina.

Il filmato è molto crudo e mostra le violenze non solo sui classici animali da pelliccia, come visoni e volpi, ma anche cani e gatti, le cui pelli sono utilizzate, spesso senza che il consumatore finale lo sappia, nella produzione di vestiario, come denunciato in un video della Peta, la People for ethical treatment of animals (--> guarda il video da Peta-tv). Gli animali vengono uccisi in Cina, ma finiscono sui mercati internazionali, soprattutto Stati Uniti, Europa, Giappone, Corea, Russia e, appunto, Italia.

"L’inchiesta a cui è legato il video - ha sottolineato Roberto Bennati, responsabile Lav per le campagne europee - documenta squallidi allevamenti, animali storditi a bastonate o sbattuti a terra, ai quali la pelliccia viene strappata via mentre sono ancora vivi: respiro, battito cardiaco, movimento direzionale del corpo e movimento dei bulbi oculari, sono evidenti per un periodo compreso tra i 5 e i 10 minuti dopo che sono stati scuoiati. Si vedono anche operai che salgono con i piedi sulla testa o il collo dell’animale per strangolarlo".

Le immagini terribili di questo video hanno già fatto il giro del mondo, rilanciate soprattutto in rete da siti animalisti e blog. Molti peCani tenuti in gabbia prima di essere uccisi e scuoiati (Peta)rsonaggi famosi hanno deciso di mobilitarsi contro le pellicce. Negli Stati Uniti, ad esempio, hanno aderito alla campagna della Peta la popolare presentatrice Martha Stewart (--> guarda il video) e il rocker Tommy Lee, che ha protestato contro le torture sugli animali con uno strip-tease. Molto risalto ha avuto anche la campagna contro l'uccisione delle foche in Canada, testimoniata da un filmato dell'Ifaw, International fund for animal welfare (--> guarda il video).

La Lav ha spiegato che la Cina è una delle più grandi produttrici ed esportatrici di pellicce al mondo, con oltre un milione e mezzo di pelli di volpi e visoni all'anno, equivalenti all'11% della produzione mondiale di visoni e al 27% di quella di volpi; in un anno i procioni allevati e uccisi sono oltre un milione e mezzo, e milioni sono anche i cani e i gatti.

Sono moltissimi i capi di abbigliamento, sostiene la Lav, in cui è possibile trovare rifiniture di pelliccia, ottenute a basso costo grazie al mercato cinese, dove l'allevamento, la trasformazione e il confezionamento non sono soggetti a norme che tutelino gli animali e permettono maltrattamenti atroci. "I consumatori devono sapere quali atrocità si nascondono dietro tali prodotti - dice ancora Bennati -, per i quali non esiste un obbligo di etichetta che indichi il paese produttore, la specie animale, il sistema di allevamento e uccisione: a loro chiediamo di rifiutarsi di acquistare qualsiasi capo contenente spoglie di animali. Al governo italiano chiediamo di mettere fine a questo mercato di morte".

Anche le condizioni di allevamento degli animali solo atroci: nel video della Peta si vedono gabbie di cani e gatti che, per essere scaricate dai camion su cui sono trasportate, vengono brutalmente gettate. Alcune scritte in inglese che interrompono il video sottolineano che molti  di quegli animali che stanno per essere scuoiati vivi indossano ancora un collare, segno che appartenevano a qualcuno, e che nell'impatto delle gabbie con il terreno spesso le zampe degli animali si rompono.

Inoltre negli allevamenti in cui si è svolta l'indagine si sono riscontrati problemi sul comportamento degli animali dovuti alla prigionia in gabbie anguste: stereotipie (comportamenti ossessivi ripetitivi come camminare ripetutamente avanti e indietro o il ripetuto annuire con la testa), completa passività acquisita (mancanza di sensibilità e inattività estrema), automutilazioni. Sono inoltre in aumento i problemi di riproduzione e i casi di infanticidio: la mortalità media dei cuccioli prima dello svezzamento arriva addirittura al 50%.

Simone Storti

simone@alocin.it