14 ottobre 2004

vedi pag. 47

POESIA OMERICA

La letteratura greca, contrariamente ad altre come quella latina e italiana, comincia con due opere molto importanti: l’Iliade e l’Odissea.

Queste due opere sono state tradizionalmente scritte da Omero, ma riguarda alla sua esistenza sono sorte numerose domande, che si racchiudono all’interno della Questione Omerica:

·          Omero è realmente esistito?

·          È stato lui a ascrivere entrambe le opere o è l’autore di una soltanto di esse?

·          Le due opere sono nate così da chi le ha scritte oppure col tempo sono state fatte delle aggiunte?

La più antica versione dell’Iliade che si è conservato fino ai giorni nostri è una trascrizione del VI secolo a.C., effettuata per ordine del tiranno di Atene Pisistrato. Occorre ricordare che il tiranno a quel tempo si imponeva evitando l’anarchia provocata dagli aristocratici, ed il suo avvento era visto con favore dalla popolazione.

Secondo i filologi l’Iliade e l’Odissea furono scritte originariamente tra l’VIII e il VII secolo a.C. Questa datazione è data dal fatto che in quel periodo riprese la scrittura in Grecia. La Guerra di Troia risale infatti all’età micenea (che fini attorno al 1200 a.C. con l’avvento dei popoli del mare) e tra il 1200 e l’850 a.C. si ha il Medioevo Ellenico, con perdita dell’uso della scrittura.

Già nel III secolo a.C. i filologi alessandrini misero in discussione Omero: com’era infatti possibile che un uomo solo avesse scritto entrambe le opere? Probabilmente Omero furono in realtà due persone: uno scrisse l’Iliade, mentre l’altro scrisse l’Odissea.

Nel 1700 d.C. la Questione fu affrontata modernamente alla luce dell’Illuminismo: l’Iliade e l’Odissea erano un insieme di canti casuali di autori diversi cuciti insieme.

Nel 1800 la teoria sulla Questione Omerica è simile.

Nel 1900 lo studioso Parry scopre l’esistenza degli epiteti e dei versi formulari. Egli fu il primo a pensare alla tradizione orale trascritta in seguito (VIII e VII secolo a.C.) da Omero. Egli avrebbe ereditato il patrimonio (orale o in parte scritto in racconti precedenti) e l’avrebbe riscritto e rielaborato da solo o con la collaborazione di altri scrittori. Tuttavia le persone che diedero vita alle opere non dovrebbero essere più di una o due, perché altrimenti non ci sarebbe l’unità che invece presentano.

Sulla Guerra di Troia furono infatti scritti molti miti, ma nell’Iliade si prende in considerazione una storia precisa (infatti vengono considerati 50 giorni su 10 anni di guerra, e non si arriva neanche alla fine della stessa).

Omero: “il non vedente”. Questo nome fu dato dagli studiosi di Alessandro Magno che cominciarono a porsi delle domande sull’esistenza di Omero. Omero doveva essere cieco esteriormente, ma aveva una vista interiore.

Edizione critica: il filologo confronta tutte le versioni (girando le biblioteche anche all’estero)di un testo e mette insieme tutte le parti uguali. Per quelle che non coincidono in tutte, mette la versione che ritiene più giusta racchiusa tra parentesi quadre. Inoltre nelle note spiega le motivazioni della sua scelta.