21 aprile 2005
vedi pag. 190-192 (proemio e introduzione)
vedi pag. 249-251 (le Sirene)
vedi pag. 399 (Medea)
Apollonio Rodio - LE ARGONAUTICHE
Apollonio Rodio è un autore greco ellenistico probabilmente
nato in Egitto, ad Alessandria o Naucrati intorno al 295 a.C.
Fu allievo di Callimaco, importante autore della letteratura greca ellenistica.
Tra i due ci furono delle tensione riguardo alla gestione della biblioteca di Alessandria, a seguito delle quali Apollonio andò a Rodi (da qui “Rodio”). Callimaco invece scrisse “Aitia”, che significa “cause, ragioni”; da qui deriva il termine italiano “eziologia”, che era una tendenza nel gusto della letteratura dell’epoca e consisteva nella ricerca delle cause di miti, leggende, riti, tradizioni. Con quest’opera Callimaco mostrò il gusto del dettaglio, tipico degli intellettuali. Callimaco si concentrò su una ricercatezza formale, quindi i testi erano brevi.
In età ellenistica la poesia epica è fuori moda, quindi il poema epico di Apollonio fu contestato dagli intellettuali e forse fu fonte delle tensioni con Callimaco. Quella di Apollonio era una rielaborazione della tradizione epica omerica.
L’opera è divisa in 4 libri, e l’esiguo numero di libri trova la sua ragione nella brevità ellenistica. Mantiene l’esametro e i versi formulari, che sono comunque pochi. Le similitudini sono meno immediate e più ricercate, rispecchiando il cambiamento di destinatario dell’opera (dall’ascoltatore omerico al lettore ellenistico).
Per comprendere “Le Argonautiche” è necessario conoscere due miti:
Il mito del Vello d’oro. In Beozia il re Altamante e la moglie Nefele hanno due figli: Elle e Frisso. Ino, la seconda moglie del re, è gelosa dei due figli avuti dalla prima moglie e provoca una carestia, dicendo che per placarla è necessario uccidere Elle e Frisso. Zeus manda un ariete dal vello d’oro che porta via i ragazzi volando. Elle cade e muore nell’Ellesponto (che prende il nome da Elle), mentre Frisso è portato alla Colchide e l’ariete viene sacrificato. Il Vello d’oro è appeso ad un albero e protetto da un drago.
Il mito di Giasone. Giasone era figlio di Esone, re legittimo, spodestato dal fratello Pelia al regno di Iolco o Tebe. Tuttavia una profezia aveva predetto a Pelia che sarebbe stato spodestato a sua volta da colui che fosse andato da lui con un solo sandalo. Giasone si presenta dallo zio con un solo sandalo e lo zio, per timore di perdere il trono, gli impone di riprendere il Vello d’oro e di riportarlo in Beozia. L’impresa, smisuratamente ardua, sarebbe volta a non far più tornare il nipote. Senza troppa grinta Giasone raduna alcuni eroi e parte con la nave Argo per la Colchide. Lì Giasone trova il re Eeta che non gli permette di prendere il Vello. Giasone non riesce a riprenderlo da solo, ma ha bisogno dell’aiuto di Medea, maga figlia di Eeta. Sboccia l’amore e fuggono insieme, anche se il viaggio di ritorno sarà da incubo.