19 settembre 2005

vedi pag. 327

Virgilio - ENEIDE

Il contesto storico

L’Eneide fu scritta da Virgilio durante l’età augustea, a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. Questo periodo venne a conclusione di un secolo, il I a.C., segnato dalle guerre civili tra Mario e Silla, Cesare e Pompeo, Ottaviano (in seguito Augusto) e Antonio.

Augusto, diventato imperatore, fu appoggiato dai letterati. Mecenate, sostenitori di Augusto, fondò un circolo culturale per proteggere e mantenere economicamente i letterati, in modo che avessero il tempo e la possibilità di occuparsi dei loro interessi. Tra i letterati che facevano parte del circolo ricordiamo, oltre a Virgilio, anche lo storico Tito Livio, Orazio, Ovidio e molti altri.

La vita di Virgilio

Virgilio nacque nel 70 a.C. ad Andeo, vicino a Mantova. Fu istruito dapprima a Cremona, poi a Milano ed infine a Roma. Qui frequentò una scuola di retorica, indispensabile per diventare uomo politico, anche se non l’attività politica non gli piaceva a causa del suo carattere introverso. Le terre dei genitori vennero poi confiscate per essere distribuite ai veterani, ma grazie a Mecenate le terre vennero restituite.

Virgilio vedeva Augusto come un portatore di pace dopo un secolo di guerre civili e per questo lo esaltò, quasi per ringraziarlo. Le esaltazioni di Augusto, celebrato in alcune parti dell’Eneide, non sono quindi fatte per dovere, bensì per adesione sincera. Augusto seppe circondarsi di intellettuali che, come Virgilio, lo esaltavano. Le opere letterarie erano, infatti, i mass media del tempo, anche se destinate solo a coloro che sapevano leggere. Del resto al popolo analfabeta bastava che le guerre fossero finite e che ci fosse da mangiare per vedere bene l’imperatore Augusto.

Virgilio scrisse tre opere:

I predecessori di Virgilio

I poemi latini sono scritti per emulazione, ovvero l’autore studia i suoi predecessori e comincia una “gara” con loro, creando qualcosa di nuovo ed originale che tenga però presente l’insegnamento degli scrittori precedenti.

Virgilio si ispira ad autori greci e latini.

Per quanto riguarda la letteratura greca, i predecessori di Virgilio sono Omero e Apollonio Rodio. Entrambi scrivevano in esametro.

I precedenti letterari latini sono invece:

Sia Nevio che Ennio scrissero testi ad argomento prevalentemente storico inserendo delle analessi o prolessi con racconti mitologici.

L’opera

Virgilio nell’Eneide fuse le due tradizioni, parlando di argomenti mitologici come parentesi sul presente. L’obiettivo dell’opera era la celebrazione di Augusto e della “funzione provvidenziale” dell’impero. Augusto venne quindi celebrato indirettamente attraverso la celebrazione dei suoi antenati, partendo da Enea che scappa da Troia. Dal figlio di Enea, Iulo, nacque la gens Julia, a cui apparteneva Giulio Cesare e di conseguenza anche Ottaviano, figlio adottivo di Cesare. Enea era inoltre figlio di Venere, quindi Virgilio attribuì ad Augusto origini divine.

L’opera è scritta in esametri (come quelle di Omero, Apollonio Rodio ed Ennio) e Virgilio curò ogni verso, proprio come Apollonio Rodio durante la stesura delle Argonautiche.

L’Eneide è composta da 12 libri, la metà dei poemi omerici. I primi sei riguardano la fuga da Troia e il viaggio nel Lazio, con chiaro riferimento all’Odissea. Gli altri sei libri narrano invece l’arrivo nel Lazio e la guerra contro Latini e Rutili, richiamando l’Iliade.

Un altro confronto con Omero è l’inizio in medias res con un naufragio di Enea a Cartagine (come quello di Odisseo dai Feaci) e l’accoglienza (come alla corte di Alcinoo) nella reggia, dove durante un banchetto racconta (come Odisseo dai Feaci) del cavallo di Troia e del viaggio che l’ha portato fin lì.