26 settembre 2005

... APPUNTI ...

Le similitudini. Se in Omero le similitudini erano molto immediate e vicine alla vita quotidiana degli ascoltatori, in modo da essere facilmente comprese da tutti, in Virgilio le similitudini sono meno frequenti e più ricercate. Spesso si crea un parallelo tra quello che il poeta deve descrivere e la vita politica e militari romana, esperienza quotidiana per il cittadino.

Il personaggio di Enea. Enea è un personaggio in qualche modo “sdoppiato”. Infatti egli si sente responsabile per gli uomini e le donne che lo seguono, ma al tempo stesso ha paura ed è meno incosciente di Ulisse: conosce i pericoli e teme per la sorte di coloro che sono con lui. Ha però molto coraggio e non si astiene dal prendere decisioni, come faceva Giasone nelle Argonautiche. Il coraggio di Enea richiama quello degli eroi omerici.

Il successo di Virgilio. Virgilio ebbe un grande successo nell’antichità latina e anche nelle epoche successive; era uno dei testi studiati nelle scuole romane. Nell’Alto Medioevo, quando la maggior parte degli autori latini non era letta, Virgilio continuò ad essere letto e studiato. I Cristiani infatti avevano interpretato Virgilio come un autore che ha previsto il progetto di salvezza di Cristo. Questo a causa della continua allusione alla provvidenza e per la quarta egoga, in cui il poeta celebra un bambino, nipote di Augusto, interpretato, sbagliando, dai Cristiani come Gesù. Per questo anche nel Medioevo Virgilio non fu rifiutato o dimenticato.

L’intervento di Nettuno. Come a Roma ogni magistrato ha i suoi compiti, così anche nel mare ognuno ha i suoi doveri.

Epiteti. Virgilio utilizza gli epiteti in quanto fanno parte della poesia epica, ma gli epiteti virgiliani non sono fissi, così come non ci sono versi formulari, perché non si tratta più di una narrazione orale in cui l’aedo ha bisogno di pensare a cosa dire dopo, ma è un poema scritto. Gli epiteti sono tanti, ma variano a seconda del contesto e sono necessari per la comprensione della narrazione.