26 maggio 2005

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LA PRIMA GUERRA PUNICA

Nel 266 a.C. tutta la Magna Grecia era territorio romano. Roma aveva sempre combattuto via terra provocando i nemici o cogliendo le richieste di aiuto di altre città. Dopo aver occupato la Magna Grecia e Taranto, è costretta a mettersi per mare, e così diventa una minaccia per Cartagine, colonia indipendente fondata dai Fenici nell’Africa settentrionale.

I Cartaginesi dominavano con imperialismo le coste dell’Africa mediterranea, tranne l’Egitto, governato dai Tolomei, e anche le isole Baleari, la Sardegna, la Corsica, la Spagna mediterranea e parte della Sicilia. Cartagine era una repubblica oligarchica capeggiata da due sufeti, che svolgevano le funzioni dei consoli romani ma che non avevano l’imperium, il comando dell’esercito, che invece era affidato ai generali. Il dominio di Cartagine era prevalentemente economico, in quando i territori occupati dovevano versare dei tributi, usati per pagare soldati mercenari provenienti proprio da quei territori.

La Sicilia era controllata a occidente da centri cartaginesi come Trapani, Erice, Palermo e Capo Limibeo. A oriente era controllata da Siracusa, governata dal tiranno Gerone.

Casus belli: a Messina si rifugiarono alcuni soldati mercenari, i mamertini, che erano stati arruolati da Siracusa, ma poi erano stati cacciati perché considerati sleali. Siracusa minacciò di attaccare Messina, così i mamertini chiesero dapprima aiuto ai Cartaginesi, ma subito ritirarono la loro richiesta e la girarono ai Romani, che l’accolsero come un pretesto per combattere contro i Cartaginesi, i quali nel frattempo si erano alleati a Siracusa.

Nel 264 a.C. scoppiò la prima guerra punica.

Nei primi quattro anni di guerra i Romani combatterono via terra, dove erano più preparati, cercando di conquistare le roccaforti siciliane, che si rivelarono imprendibili se non via mare.

Nel 260 a.C. allestirono per la prima volta una flotta militare e forniscono le navi di “corvi”, grandi tavolati con uncini usati per agganciare le navi nemiche e trasformare in un combattimento terrestre la battaglia navale, in cui sarebbero stati superati dai Cartaginesi.

Nello stesso anno i Romani, guidati dal console Caio Duilio, vinsero a Milazzo: la Sicilia orientale era controllata da Roma.

Nel 256 a.C. il console Attilio Regolo pensò che sarebbe stato a loro vantaggioso combattere in Africa, così trasferisce l’esercito e nella traversata sconfigge i Cartaginesi a Capo Ecnomo. In Africa però l’esercito romano si trova a dover affrontare difficoltà varie: viene chiesta alla patria una nuova flotta, che viene decimata da una tempesta nel tragitto e non arriva. I Romani furono sconfitti e nel 254 a.C. Attilio Regolo venne fatto prigioniero e ucciso.

Nel 241 a.C. ci fu la battaglia decisiva alle isole Egadi: i Romani vinsero e i Cartaginesi chiesero di fare un trattato di pace. La Sicilia divenne la prima provincia romana, che corrispondeva ad una dominazione assoluta in cui gli abitanti sono come dei sudditi.

I Romani concessero però ad alcune città (Siracusa, Messina e Selinunte) di mantenere un’amministrazione locale.

Nel 238 a.C. la Sardegna diventa provincia, mentre l’anno seguente è la volta della Corsica.

Roma reagì alle pressioni dei galli nella pianura padana e fondò nuove colonie: nel 222 a.C. fondò Piacenza e Cremona, mentre nel 220 a.C. nella zona del Po ebbe contatti con gli Illiri, famosi per essere pirati dell’adriatico, e dopo averli sconfitti conquistò l’Italia nord-orientale fino alla Dalmazia.