31 maggio 2005

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LA SVOLTA IMPERIALISTA

Durante le guerre puniche Roma diede prova di una grande capacità di ripresa, grazie alle proprie risorse, che furono recuperate alla fine delle guerre con il bottino da Cartagine.

Nell’ultima fase della seconda guerra punica i Macedoni avevano trattato un’alleanza con Annibale, ma gli aiuti macedoni erano stati bloccati dai Romani prima che potessero giungere da Annibale. Questa è considerata la prima guerra macedone, che si concluse nel 205 a.C. con la pace di Fenice.

Nel 200 a.C., però, Filippo V minacciò Pergamo e Rodi, città alleate dei Romani, minacciando indirettamente anche loro, che però non sapevano cosa fare perché non avevano più risorse. Scoppiò così la seconda guerra macedone, portata dai Romani in Macedonia, che durò dal 200 al 197 a.C. Fu vinta dal console Flaminio a Cinoscefale, seguita dalla pace di Tembe. L’anno seguente Flaminio, in un discorso in occasione dei giochi istmici a Corinto, si presentò come “liberatore dell’Ellade”, concedendo alle città greche la libertà dalla Macedonia e facendo in modo che formassero una lega achea, controllata da Roma.

Nel 192 a.C. in Siria regnava Antioco, che aveva cercato di espandersi contro Pergamo e la Tracia. Seguì una spedizione contro le città greche, bloccata dai Romani, giunti in soccorso dei Greci, che sconfissero Antioco alle Termopili nel 191 a.C. Le truppe siriane tornarono in Siria inseguite dai Romani e furono sconfitte a Magnesia nel 189, nel 188 venne siglata la pace di Apamea.

La terza guerra macedone si combatté con Perseo, figlio di Filippo V, che provocò la guerra minacciando le città greche. Roma mandò Lucio Emilio Paolo che lo sconfisse nel 168 a.C. nella battaglia di Pidna, cui seguì un trionfo straordinario.

La Macedonia venne divisa in 4 province. Dopo 20 anni, nel 148 a.C., ci fu una rivolta delle città greche e nel 146 a.C. Corinto venne distrutta; da quell’anno la Grecia divenne la provincia romana dell’Accadia.

Tra il 149 e il 146 si combatté la terza guerra punica. Cartagine, infatti, provocata dai popoli confinanti, dichiara loro guerra senza il permesso dei Romani, come stabilito dall’accordo di pace. I Romani intervennero e gli ispettori si accorsero che Cartagine era nel frattempo cresciuta troppo. Per questo nel 146 fu rasa al suolo e fu gettato del sale per rendere improduttivi i terreni. Nello stesso anno divenne provincia Romana.