11 novembre 2005

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GLI IMPERATORI ADOTTIVI

Al termine dell’impero di Domiziano, il Senato fece nominare imperatore Nerva, un uomo vecchio che si prospettava come un imperatore di transizione. Nerva adottò Marco Ulpio Traiano, un ragazzo spagnolo, che fu quindi il primo imperatore adottivo, ovvero non figlio naturale del suo predecessore.

A Traiano e ai suoi successori si devono molte grandi opere. Per tutto il II secolo si succedettero imperatori adottivi, poiché nessun imperatore aveva avuto figli maschi ed era ricorso così all’adozione. L’adoptio era una scelta politica con cui si sceglieva il proprio successore, non solo per la dinastia, ma anche per il proprio patrimonio. A Roma era comune che uomini adulti, appartenenti a famiglie non povere, venissero adottati. Nell’adozione dei futuri imperatori si seguiva la filosofa stoica, secondo la quale chi guida un popolo deve essere in grado di governare per il suo bene: gli adottati erano sempre persone istruite, lungimiranti, intelligenti, optimi viri.

Traiano è ricordato per la spedizione che portò alla conquista della Dacia, raggiungendo la massima estensione territoriale dell’impero, che diminuirà già sotto Adriano. Interessante è il confronto tra la Colonna Traiana e quella di Marco Aurelio. Nella prima, infatti, i vinti sono rappresentati come fieri, rispecchiando la sicurezza dei Romani, che credevano di aver davanti solo grandi cose. Nella seconda, invece, i vinti sono intimoriti, segno che il clima è diverso: le pressioni alle frontiere e la diffusione del Cristianesimo che mette in crisi le conquiste e la schiavitù riducono la sicurezza politica del popolo romano. Traiano, inoltre, aumentò i provinciali che nell’organizzazione dello Stato.

Adriano, il suo successore, fu un intellettuale e filosofo che restò poco a Roma, perché viaggiò molto per l’impero, sia con l’intenzione di essere sempre presente in tutti i territori, sia per desiderio di conoscenza. A lui si deve il Vallum Adrianum, un muro che nell’Inghilterra del Nord proteggeva i territori romani dagli attacchi dei popoli locali.

Sotto Antonino Pio, invece, si vissero quasi 30 anni di pace, in cui l’impero si assestò e si rafforzarono i confini, ma non vi furono ulteriori conquiste. Antonino Pio restò quasi sempre a Roma.

Marco Aurelio fu imperatore e filosofo, non poté stare molto a Roma a causa delle ripetute incursioni dei popoli germanici che lo costrinsero a difendersi.

Commodo, il primo imperatore non adottivo del II secolo poiché figlio naturale di Marco Aurelio, fu un imperatore stravagante, che amava i giochi nel circo, i festeggiamenti e gli spettacoli. Alla sua uccisione, nel 192, seguì un periodo di confusione politica e militare. L’anno seguente si insediò Settimio Severo.