29 novembre 2005

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IL CRISTIANESIMO

Gesù di certo nacque in Palestina durante l’impero di Augusto, anche se non si sa precisamente l’anno. La data ha tuttavia un’importanza storica. Fu crocifisso sotto Tiberio.

Le fonti romane non lo citano (vi erano molteplici predicatori).

I Vangeli. Nel 70 d.C. si manifestò un certo interesse intorno alla sua storia e vennero scritti i tre vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca): sono vangeli scritti in greco e in ordine cronologico, frutto della tradizione orale; possono essere letti parallelamente. Il quarto Vangelo, quello di Giovanni, è del 100 d.C., più lungo e di più difficile interpretazione teologica. Giovanni dà una sua interpretazione: Luca e Matteo, amici di Pietro, non avevano mai conosciuto Gesù, mentre Luca aveva avuto informazioni da Maria. Non si tratta tuttavia di verità storiche, ma di fede: i Vangeli trasmettono un messaggio di salvezza. Le cose dette da Gesù sono comunque verità storiche. Inoltre ci sono i Vangeli apocrifi, ovvero altre storie di Gesù non riconosciute però dalla Chiesa.

Fonti successive. Le fonti successive ne parlano come uomo realmente esistito: Tacito, nei suoi Annales, parlando di Nerone e della condanna dei Cristiani per l’incendio, li cita per la prima volta e parla anche di Gesù, morto sotto Ponzio Pilato. Anche Svetonio, descrivendo Claudio, nomina i Cristiani.

Molti predicatori predicavano valori simili (Seneca), ma la cosa sconvolgente era la possibilità che Dio si trasformasse in uomo e andasse tra gli uomini a vivere la quotidianità: un Dio non punitivo che sulla croce perdona chi lo sta uccidendo.

Ortodossia. L’ortodossia è l’ “opinione giusta”; gli ortodossi si fanno garanti della legge ebraica e condannano Gesù (nella società sono considerati giusti).

Il Messaggio del Cristianesimo. Il messaggio del Cristianesimo è la vicinanza di Dio, che c’è sempre. La presenza eterna di Dio sarà un elemento di forza per i Cristiani: anche dopo la morte di Gesù, i suoi amici rimarranno uniti e su di loro scenderà lo Spirito Santo.

Gli Atti degli Apostoli: i primi Cristiani. Tra le altre fonti, gli Atti degli Apostoli, scritti da Luca, che narrano delle prime comunità di Cristiani. Gli Ebrei cominciarono a pensare che Gesù fosse il salvatore. Pietro pensava che prima di diventare Cristiani bisognasse diventare Ebrei, mentre secondo Paolo questo messaggio non doveva rimanere solo per gli Ebrei. A Gerusalemme si tiene quindi un Concilio dove si discute se sia fondamentale essere ebrei per essere cristiani. Le strade romane, sempre eccellenti, furono percorse anche dai Cristiani: Pietro e Paolo arrivarono fino a Roma, dove furono uccisi. Intanto nelle varie città in cui erano passati cominciarono a svilupparsi le prime comunità di Cristiani, che si riunivano nelle domus ecclesiae e nei tituli, raccontandosi il messaggio e praticando l’agape (cena commemorativa all’ultima di Gesù). I Cristiani crearono un gran senso di appartenenza pur rimanendo aperti. I presbiteri erano coloro che dirigevano le cerimonie, i diaconi si occupavano della attività caritatevoli. A capo delle città emersero i Vescovi, che avevano il compito di sorvegliare e di essere un punto di riferimento. Erano eletti dal popolo e durante le invasioni barbariche trattarono con gli stessi barbari. Furono figure molto importanti in quanto esperti di questioni religiose ma anche difensori civici.

Diffusione e persecuzioni. Il Cristianesimo si diffuse all’inizio tra i ceti medi, mentre tra gli schiavi non molto poiché questi dovevano chiedere il permesso al padrone; in seguito si diffuse maggiormente. Le maggiori persecuzioni si registrarono sotto Commodo, Settimio Severo e durante l’anarchia militare, mentre anche Diocleziano fu molto intollerante. Durante l’anarchia Decio, gran persecutore, fece fare un censimento in cui tutti i cittadini romani dovevano affermare di adorare l’imperatore. Chi non firmava veniva ucciso. Lapsi: coloro che rinnegavano la fede cristiana (abiura). In seguito nel 313 l’editto di tolleranza accettò il Cristianesimo.