Sabato 8 ottobre 2005
TERREMOTO IN KASHMIR: MIGLIAIA MI MORTI
ISLAMABAD
(Pakistan) – Un forte sisma di maginutudo 7,8 ha colpito alle 9 ora locale, le 6
in Italia, il Pakistan, l’India e l’Afghanistan. Il bilancio è al momento di
almeno 1800 vittime, anche se è purtroppo inevitabilmente destinato a crescere.
Non si hanno tracce di un italiano residente a Islamabad e alla Farnesina “c’è
preoccupazione e sono in corso verifiche”.
L’epicentro del terremoto è stato localizzato nella regione del Kashmir, 95
chilometri a nord-est di Islamabad. Il sisma, cui sono seguite alcune violente
scosse di assestamento, è stato avvertito in un’area di almeno 1.000 chilometri.
Alcuni villaggi sono stati completamente rasi al suolo e, secondo fonti
dell’esercito pakistano, il numero dei morti potrebbe raggiungere le migliaia,
mentre le devastazioni sono enormi; i danni maggiori si sono registrati nella
regione del Kashmir. Alcune strade sono state interrotte, rendendo più difficili
le comunicazioni. Tra le 1800 vittime finora accertate ci sono anche 250 bambini
morti nel crollo di una scuola nel Pakistan nordoccidentale. I soccorritori, che
hanno estratto dalle maceria 82 superstiti, proseguono nel loro lavoro in
condizioni rese molto difficili dalla pioggia e dal buio. A causa del terremoto
è stato interrotto un vertice cui partecipavano Sonia Gandhi e il primo ministro
Manmohan Singh a Chandigarh, nell’India settentrionale. Sigh ha inviato un
messaggio al presidente pakistano che l’India è pronta “ad offrire qualunque
tipo di assistenza, in termini di aiuti e soccorsi, che riterrete più
opportuna”.
La Protezione civile Italiana è in preallarme, ma il coordinamento spetta
all’Unione Europea e si stanno quindi attendendo indicazioni sull’invio di
materiali e mezzi. L’india tuttavia in maniera informale ha fatto sapere, come
era già avvenuto all’indomani dello Tsunami, di non aver bisogno di aiuti per
fronteggiare l’emergenza.
VIRUS DEI POLLI, ALTRI CASI IN ROMANIA
BUCAREST (Romania) – In Romania si sono registrati i primi casi di contagio su
volatili del virus dei polli. Lo ha comunicato il ministro dell’Agricoltura
Gheorghe Flutur, che ha dato notizia di tre casi in animali da cortile in una
località sul Delta del Danubio, una delle zone più a rischio a causa del
passaggio degli uccelli migratori provenienti da Asia e Siberia. In seguito sono
stati resi noti altri tre casi nel villaggio di Smardan. Nella regione si stanno
sopprimendo centinaia di uccelli per fermare il contagio ed è stata sospesa a
tempo indeterminato la caccia. Il virus ha intanto colpito anche la Turchia,
dove duemila tacchini sono morti a causa del virus e la fattoria dove gli
animali erano allevati è stata messa in quarantena. L’allarme influenza aviaria
è scattato anche in Russia, dove un grande allevamento è stato colpito dal
virus, come ha confermato il servizio veterinario del Ministero dell’Agricoltura
russo. L’allevamento è stato posto in quarantena ed è stata disposta la
soppressione di 460 mila polli, di cui 110 mila già eliminati. L’azienda
agricola è inoltre accusata di aver nascosto i primi sintomi sospetti.
In Italia il ministro della Saluto Francesco Storace ha detto di essere
“preoccupato per l’avanzamento del virus verso occidente”, ma ha confermato le
tre misure fondamentali scattate in Italia per fronteggiare l’emergenza:
“controlli a tappeto dei Nas negli allevamenti, task force di veterinari negli
aeroporti e diritto di pelazione su 25 milioni di dosi di vaccino che
assicurerebbero, in caso la pandemia scoppiasse, la copertura dell’80% della
popolazione”. Intanto a Washington si sta tenendo un convegno di esperti
provenienti da tutto il mondo per studiare come combattere il virus. Al momento,
siccome il vaccino non è ancora pronto, l’unica difesa è un antivirale della
Roche che ha mostrato qualche efficacia nei casi asiatici, così stanno
proliferando sul web le vendite del Tamiflu. La Roche ha però messo in guardia
dall’acquisto via internet, poiché potrebbe trattarsi di confezioni falsificate,
e ha invitato a rivolgersi alle farmacie.
GUATEMALA, PIU' DI MILLE MORTI PER STAN
GUATEMALA
(Guatemala) – Continua a crescere il bilancio delle vittime provocate nel Centro
America dal passaggio dell’uragano Stan, ora diventato tempesta tropicale. In
Guatemala un intero villaggio, Panabaj, è stato distrutto da una frana che ha
causato 1.400 morti: non ci sono sopravvissuti, poiché anche i soccorritori sono
arrivati 48 ore dopo. A queste vittime si aggiungono le 213 morte nella zona di
San Marcos, mentre ci sarebbero altri mille dispersi e 4mila case distrutte,
oltre che 31mila evacuati. Secondo le autorità non ci sarebbero tra le vittime
turisti: 400 di loro sono stati evacuati, ma nessuno di loro è in pericolo. Le
condizioni delle strade, distrutte dalle inondazioni, rendono difficili i
soccorsi e lasciano 107 paesi completamente isolati. Il governo ha calcolato
l’ammontare dei danni nel’equivalente di 2,5 miliardi di euro. Oltre al
Guatemale, sono state colpit anche altre sei nazioni. La Banca interamericana di
sviluppo potrebbe concedere un prestito di 20 milioni di dollari, mentre 10
milioni di dollari potrebbero essere concessi dalla Banca Mondiale per la
ricostruzione.
TRENI CON CIMICI, "TOLTE 508 CARROZZE"
ROMA – Dopo la rivolta di ieri dei passeggeri dell’Eurocity Nizza-Napoli, infestato dalle cimici, che ha portato al blocco e al sigillo del treno e a richieste di danni a Trenitalia, le Ferrovie hanno fatto sapere che “per prevenire ulteriori inconvenienti e rafforzare la pulizia a bordo dei treni Trenitalia ha deciso di togliere dalla circolazione 508 carrozze della media e lunga percorrenza che male si prestano per la loro età ad essere sottoposte alle moderne tecniche di pulizia”, aggiungendo che nelle ultime settimane le procedure utilizzate per la disinfestazione di 2.800 vetture sono state verificate e validate da igienisti e parassitologi e ribadendo che un treno non possa partire se non raggiunge un determinato standard di pulizia. L’azienda ha comunicato nella stessa nota che, come conseguenza di questa decisione, ci potrebbe essere una diminuzione del numero di carrozze disponibili e che, quindi, potrebbero essere ridotti i posti.
CALISSANO, ARRESTI DOMICILIARI IN COMUNITA'
GENOVA – L’attore Paolo Calissano, arrestato lo scorso 25 settembre dopo il ritrovamento, nel suo appartamento di Genova, di una ballerina brasiliana morta per overdose di cocaina, sta per abbandonare l’ospedale di San martino dove era ricoverato in stato di detenzione. Il tribunale del Riesame ha infatti accolto l’istanza del legale dell’attore e ha concedo gli arresti domiciliari in una comunità torinese, la “Fermata d’autobus”. Il tribunale del Riesame esclude infatti l’ipotesi di inquinamento delle prove e riconosce che la cocaina trovata a casa di Calissano fosse destinata a uso personale e, solo occasionalmente, ceduta gratuitamente ad altri. L’attore non potrà allontanarsi dalla comunità e non potrà avere comunicazione e frequentazioni a parte quelle con i familiari, l’avvocato e il personale del centro.
AGRIGENTO, MAGISTRATI VALUTANO POSIZIONE FABRIZIO GATTI PER INCHIESTA ESPRESSO
AGRIGENTO – Potrebbe essere denunciato per aver reso false generalità il giornalista dell’Espresso Fabrizio Gatti che, facendosi passare per un immigrato clandestino, è riuscito a restare per una settimana nel Centro di Permanenza Temporanea di Lampedusa. La posizione del giornalista, che ha raccontato i maltrattamenti e gli abusi che avvengono all’interno del Ctp, è al vaglio dei magistrati della Procura di Agrigento. Nessuno era mai riuscito ad entrare nel Ctp per raccontare quello che accade all’interno. Il 15 settembre il leghista Mario Borghezio aveva guidato una delegazione di europarlamenti a visitare il centro di accoglienza di Lampedusa e lo aveva paragonato ad un hotel a cinque stelle, in cui lui stesso abiterebbe. Ma la situazione raccontata da Gatti, che si è infiltrato meno di dieci giorni dopo la visita di Borghezio, è molto diversa. Il giornalista era già stato condannato a 20 giorni di reclusione, dopo tre anni di processi, per essersi infiltrato nel Ctp di via Corelli, a Milano, in seguito chiuso per le precarie condizioni di detenzione.
Simone Storti