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3 luglio 2006

GUANTANAMO, IL CARCERE DEI "SENZA DIRITTI"

Nel carcere americano di Guantanamo sono imprigionati
presunti terroristi in condizioni disumane

Periodicamente il carcere militare Usa di Guantanamo, a Cuba, in cui sono detenuti prigionieri considerati terroristi, torna a far parlare di sé per le condizioni di detenzione dei prigionieri e per i maltrattamenti che essi subiscono. Ma cos’è esattamente il carcere di Guantanamo?

Stime non ufficiali parlano di circa 500 detenuti, ma dal gennaio 2002, anno di allestimento del carcere, il governo non ha mai comunicato quanti siano esattamente i prigionieri. Considerati "nemici combattenti", i prigionieri di Guantanamo sono trattenuti in carcere a tempo indeterminato senza che gli siano mai notificati esattamente i capi di imputazione. Per gli avvocati è difficilissimo contattare i detenuti poiché, come ha sottolineato il Pentagono, non godono di alcuno dei diritti stabiliti dalle Convenzioni di Ginevra riguardo ai prigionieri di guerra, in quanto non ritenuti tali.

Lo scorso autunno alcuni detenuti avevano iniziato uno sciopero della fame per protestare contro i maltrattamenti a cui erano sottoposti. Poiché si rifiutavano di mangiare, erano alimentati forzatamente in modi definiti dai medici “barbari e antietici”, utilizzando lo stesso sondino per tutti i prigionieri. Secondo Reprieve, un’associazione per la difesa dei diritti umani, l’alimentazione forzata “è usata come metodo di tortura, considerate le modalità con cui è attuata”.

Dall’apertura del carcere i tentativi di suicidio tra i prigionieri sono stati 39, secondo le informazioni diffuse dal Pentagono. L’ultimo caso risale alla fine di maggio, quando nello stesso giorno quattro prigionieri hanno tentato di togliersi la vita, tre con un’overdose di farmaci e uno cercando di impiccarsi. In quest’occasione, fra l’altro, mentre i militari impedivano al detenuto di impiccarsi, sono stati attaccati dagli altri prigionieri con armi improvvisate. La notizia di questi scontri è però stata smentita dai legali dei detenuti, che hanno parlato di resoconto “strumentale e bugiardo”.

Lo scorso dicembre, inoltre, gli ispettori dell’Onu per i diritti umani avrebbero dovuto visitare il carcere, ma dopo mesi di richieste insistenti il Pentagono aveva acconsentito ad una visita senza contatto con i prigionieri. Le Nazioni Unite, ritenendo impossibile verificare le condizioni dei detenuti senza poter parlare con loro, rifiutarono di visitare il carcere.

Infine, è degli ultimi giorni di maggio il rapporto di Reprieve che denuncia la presenza all’interno del carcere di 60 detenuti catturati quando erano ancora minorenni: 10 di loro, tuttora prigionieri, avevano 14-15 anni.

Per quanto riguarda una possibile chiusura del carcere, il Segretario di Stato americano Condoleeza Rice ha dichiarato che “con il tempo il carcere di Guantanamo sarà chiuso”, sottolineando che “il governo americano non ha alcun interesse a diventare il carceriere del mondo”. “Queste sono persone pericolose - ha aggiunto - che, se rilasciate, torneranno sul campo di battaglia con l'obiettivo di uccidere americani. A chi chiede la chiusura di Guantanamo io ribatto con un quesito: cosa dobbiamo fare con questi prigionieri?”

Miss Rice, secondo lei la (presunta) pericolosità di questi uomini giustifica i maltrattamenti che subiscono?

Simone Storti

 
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