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17 gennaio  2006

ALESSANDRO MANZONI

Nato a Milano nel 1785 da Pietro Manzoni e Giulia Beccaria, figlia di Cesare, esponente dell’Illuminismo italiano. A quell’epoca Milano era dominata dai sovrani austriaci illuminati e centro dei dibattiti illuministici.

La madre, Giulia Beccaria, era una donna molto indipendente, come poche a quel tempo. Secondo alcuni Alessandro però non era figlio di Pietro Manzoni, ma di Pietro Verri.

Quando Alessandro era ancora piccolo, la madre andò in Francia con il suo nuovo compagno, Carlo Imbonati. Alessandro allora fu mandato dal padre in alcuni collegi cattolici. In un primo momento rifiutò questo cattolicesimo rigido e intransigente abbracciò ideal più laici e illuministici.

Nel 1805 raggiunse a Parigi la madre, il cui compagno era scomparso. In Francia c’era allora Napoleone e lo Stato si stava trasformando in un impero, perdendo gli ideali democratici della rivoluzione.

Sposò Enrichetta Blondel, una donna svizzera di religione calvinista. La religione calvinista è una corrente del protestantesimo (1500) che si è sviluppata nel nord Europa che ha come valore l’impegno dell’uomo nella vita concreta per migliorarsi.

La vicinanza con Enrichetta fece rinascere in Alessandro una nostalgia della religione, che culminò con la conversione nel 1810.

Nel 1812 tornò definitivamente a Milano con Enrichetta.

Tra il 1812 e il 1827 scrisse gli Inni Sacri, le due Tragedie (“Il Conte di Carmagnola” e “Adelchi”), le Odi (fra cui il “5 Maggio”) e la prima redazione di “Fermo e Lucia” (1821) che rielaborerà in seguito per arrivare ai “Promessi Sposi”. La prima edizione del “Promessi Sposi” fu pubblicata nel 1827, mentre nel 1840 uscì quella definitiva. Dal 1840 in poi Manzoni fu colpito da numerosi lutti: la prima e la seconda moglie e i figli.

Morì nel 1873.

IL GENERE LETTERARIO DEL ROMANZO

“I Promessi Sposi” è un romanzo storico. La vicenda comincia nel 1628 e termina nel 1630.

Il romanzo come genere letterario è difficile da studiare. È un racconto abbastanza ampio, con diversi personaggi, che si rivolge ad un pubblico di lettori ed è scritto in prosa. Il contenuti è vario e dipende dai sottogeneri.

Il termine romanzo incominciò ad essere utilizzato nel 1200 in Francia (da romanice loqui “parlare in una lingua derivata dal latino”) per indicare le prime letterature europee che si distinguevano dal latino ed erano scritte in volgare (parlate dal vulgus “popolo”), dette anche lingue romanze.

L’origine del termine non è tuttavia legata a quella del genere letterario. Non catalogato da Aristotele, il genere letterario del romanzo non esisteva come genere riconosciuto tra Greci e Romani. Tuttavia in entrambe le letterature si trovavano delle opere che oggi potrebbero essere classificate tra i romanzi. Nel mondo greco molti “romanzi” parlavano di Alessandro Magno. A Roma un “romanzo” era il “Satyricon” di Petronio, di cui ci è rimasto poco. Petronio visse nel I secolo d.C. e fu una delle vittime di Nerone: dapprima amico e modello di raffinatezza, fu coinvolto nella congiura dei Pisoni e ucciso. Del II secolo d.C. è invece Apuleio con la sua “Metamorfosi”, un romanzo vero e proprio.

Nell’Alto Medioevo (476-1000) si verificò un arresto delle letterature, mentre nel Basso Medioevo (1000-1492) la letteratura occidentale rifiorì e furono scritti alcuni romanzi francesi.
Del 1500 è invece il Don Chisciotte di Cervantes.

I romanzi del 1700 erano rivolti alla borghesia: Robinson Crusoe di Defoe è un borghese.

In seguito si svilupparono in Europa i romanzi storici. Importante a questo proposito è Walter Scott che scrisse Ivanoe (ambientato nell’Inghilterra del 1200).

Anche “I Promessi Sposi” è un romanzo storico, ambientato nel 1600. Manzoni scelse questo genere poiché il suo scopo dichiarato era quello di divulgare un messaggio educativo. Il romanzo è un genere letterario che si presta a questo, mentre il romanzo storico gli consentì di prendere le distanze da quello che scriveva e di criticare il mancato rispetto di valori nel 1600 che anche nel momento in cui scriveva non erano rispettati. Criticava quindi il presente evitando la censura. Inoltre Manzoni fece finta di aver trovato un manoscritto di un anonimo del 1600 e di limitarsi a riscriverlo.

 
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