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28 marzo 2006

LA LOTTA PER LE INVESTITURE

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In questo secolo ci fu una lunga lotta per il potere di nominare conti, marchesi, cavalieri e anche vescovi.

I due grandi poteri si trovavano in crisi.

La Chiesa era al centro di una vera e propria crisi istituzionale. Ottone I, con il suo Privilegio, aveva provocato un’ingerenza dell’impero nella Chiesa, cercando di dare un ordine alla gerarchia ecclesiastica per limitare il potere delle famiglie romane, che manovravano le acclamazioni dei pontefici. Inoltre, ormai, si erano persi i valori del Cristianesimo. Due comportamenti, considerati peccati dal II millennio, erano considerati normali: la clerogamia, ovvero la possibilità dei preti (non dei vescovi né dei monaci) di sposarsi e a vere figli, e la simonia (da Simon Mago, vedi Atti degli Apostoli), ovvero l’usanza di acquistare le alte cariche ecclesiastiche, che erano anche e soprattutto politiche.

Il Privilegio Ottoniano aveva di fatto sancito la superiorità dell’Impero sulla Chiesa, così nel 1059 fu abolito dal Concilio Lateranense.

Nel 1054, però, la Chiesa dovette affrontare anche un altro problema: ebbe inizio lo scisma d’Oriente, che portò alla separazione tra la Chiesa Cattolica Occidentale Romana e quella Ortodossa Orientale di Costantinopoli. Le ragioni di questo scisma erano teologiche, ma soprattutto politiche, in quanto la Chiesa Orientale non tollerò che il Papa romano ribadisse la sua superiorità su tutti i vescovi, compresi quelli orientali.

Quindi divenne Papa un monaco cluniacense, Ildebrando di Soana. A lui successe, per la prima volta eletto da un collegio di cardinali e non acclamato, Gregorio VII, nel 1073, che emanò il Dictatus Papae, con il quale stabilì che solo il Papa potesse deporre i vescovi, e avesse anche il potere di deporre l’imperatore.

A Ottone I successero Ottone II e Ottone III, che divenne imperatore a soli tre anni e al posto del quale governarono prima la madre e poi la nonna. Una volta salito al potere, rimase a Roma. Alla sua morte la situazione in Germania e a Roma era difficile. Nel 1035 venne eletto dagli altri ducati un imperatore della dinastia di Franconia, Corrado II (autore della Constitutio de Feudis), a cui succedettero Enrico III ed Enrico IV, che diventerà nemico di Papa Gregorio VII. In risposta al Dicatuts Papae, Enrico IV, insieme all’assemblea dei vescovi tedeschi, proclamò decaduto il Papa e ne nominò uno nuovo. Il Papa, legato ai Normanni, non se ne curò, ma scomunicò l’imperatore: con la scomunica, egli perdeva la sua autorità sui feudatari. Enrico IV andò quindi a Canossa, dove si era ritirato Gregorio VII, per fare penitenza, grazie a alla quale gli fu tolta la scomunica.

 
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